Talento o preparazione, intuito o strategia? Il mondo del vino (italiano) è densamente popolato da personalità strabordanti che potrebbero far pensare che contino più doti personali e innate, a volte quasi taumaturghiche piuttosto che lo studio, l’analisi, la pianificazione e il controllo della gestione. Sarà davvero così? Ne parliamo con Andrea Stefani, consulente di impresa e docente al Corso di alta formazione in Gestione delle Aziende Vitivinicole della Fondazione Cuoa, per i moduli di Analisi competitiva e formulazione della strategia di impresa e di Controllo di gestione.

La pianificazione strategica è un’esigenza sentita anche dalle imprese vitivinicole?
Si, sempre più. Pur in presenza di dimensioni aziendali prevalentemente piccole, c’è un grande interesse rispetto ai temi della pianificazione strategica e del controllo di gestione. Vi è ormai la consapevolezza che un’azienda di successo non si basa solo sulle buone idee, ma sulla capacità di realizzarle attraverso procedimenti applicativi. Quali mercati aggredire, su quali prodotti puntare, dove portare la propria azienda sono domande che gli imprenditori vitivinicoli si pongono e per le cui risposte sanno che è necessario studio e analisi.

Il mondo del vino è però ben diverso da quello industriale, non crede?
Certo, il vino ha una valenza molto più culturale. Il vino è legato al territorio che lo produce e deve essere visto in un unicum formato da gastronomia, turismo, cultura. L’enoturismo, non a caso si dimostra un volano eccellente.

Però è cosa ben diversa essere nati a Montalcino piuttosto che – giusto per citare un territorio meno noto – sui Colli Aretini…
Certamente, però dipende dall’imprenditore e dalla sua capacità di trasformare i limiti in opportunità. L’obiettivo è sempre quello della crescita, in contesti e con modalità diverse.

E come si fa a crescere?
Sviluppando un approccio scientifico. Con lo studio. E vedo sempre più giovani interessati ad approfondire queste materie, spesso sono le nuove generazioni di famiglie di vignaioli. Nel corso in Gestione delle Aziende Vitivinicole puntiamo a fornire gli strumenti per una crescita armonica. La crescita non può essere solo dimensionale, altrimenti prima o poi porta a distorsioni e crisi. Non basta produrre di più, devono cambiare i processi attraverso cui si produce, deve esserci una crescita organizzativa e in definitiva culturale.

Cosa ben diversa da come siamo abituati a vedere la figura del vignaiolo, quasi un genio solitario, un artista. Capace di tirare fuori il meglio da un terroir…
Le capacità tecniche di fare un prodotto eccellente non sono in discussione. La qualità è fondamentale. Quella che voglio confutare è la dicotomia tra creatività e strategia, che non devono essere viste come scelte tra loro contrapposte. Noi latini siano più vocati all’improvvisazione, favoriti dalla nostra grande creatività. Altre culture, come quella anglosassone, puntano molto di più sulla pianificazione e programmazione, creando processi strutturati. Riuscendo a coniugare i due approcci si troverebbe una strada vincente. Come sembra stia facendo adesso la Germania, tanto che si legge che i tedeschi si sono italianizzati nella flessibilità e creatività, ma sono rimasti germanici nel rigore della pianificazione.

Quando diventa particolarmente importante farlo?
Si dice che il fine ultimo di un’impresa sia quello di generare valore nel lungo periodo. Cosa meglio di una famiglia, che si fonda sulla trasmissione generazionale di un patrimonio, come strumento di governance di un’impresa? La maggior parte delle aziende vitivinicole sono in mano a famiglie, eppure capita che le famiglie non siano in grado di passare il testimone al loro interno. Ricondurre la conoscenza, il talento, il carisma ad una prassi in grado di perseguire gli obiettivi deve essere una priorità. Una strada obbligata per affrontare un mercato sempre più competitivo.

 

Questa intervista è stata realizzata nell’ambito di un progetto di comunicazione  del corso in Gestione delle Aziende Vitivinicole commissionato dalla Fondazione Cuoa.

[fonte immagine: www.thezooom.com]