Alla vigilia di Vinitaly 2016, sommersi da comunicati stampa, inviti, eventi, proposte, feste e lustrini di ogni sorta, siamo pronti a fare una scommessa. L’argomento giusto lo hanno centrato anche questa volta gli amici dell’Informatore Agrario che accenderanno un riflettore su un argomento, già dibattuto negli ultimi anni, ma che potrebbe diventare davvero chiave di volta nello sviluppo della viticoltura italiana: i vitigni resistenti.

Stiamo parlando delle cosiddette varietà intraspecifiche, viti che resistono naturalmente alle malattie, pur garantendo vini di qualità. Per conoscere gli ultimi studi e i vitigni frutto della ricerca genetica l’appuntamento è fissato martedì 12 aprile, alle 9.30, a Vinitaly per il primo evento sulle potenzialità, i limiti e le prospettive delle viti resistenti, organizzato da L’Informatore Agrario con Vinitaly, Crea ed Ersa (Centro Congressi Arena– sala Rossini). In programma un convegno con tavola rotonda e, a seguire, una degustazione di vini per mettere in luce, direttamente nel bicchiere, le potenzialità dei vitigni resistenti più promettenti. All’evento parteciperanno ricercatori, rappresentanti del Mipaaf, produttori, esperti e assaggiatori.

Spiegano gli organizzatori che nella ricerca genetica l’Italia ha un ruolo pionieristico. I neo-vitigni sono frutto di studi molto avanzati. “Risultati estremamente importanti di questo nuovo ciclo di incroci e selezioni, che vede l’Italia in vantaggio sugli altri Paesi – spiega Attilio Scienza, del Disaa dell’Università di Milano – sono rappresentati dai 10 vitigni resistenti ottenuti dall’Università di Udine in collaborazione con VCR (Vivai Cooperativi Rauscedo) e alcuni imprenditori friulani, iscritti recentemente nel Registro nazionale delle varietà autorizzate alla coltivazione. I risultati sul piano qualitativo e produttivo sono molto buoni: i vini sperimentali mostrano interessanti profili organolettici, comparabili a quelli dei vitigni europei di riferimento, dai quali spesso non è possibile distinguerli”. Tra di essi varietà che possono competere con i bestseller Sauvignon, Cabernet Sauvignon e Merlot.

E per chi non potesse seguire il convegno, dell’argomento se ne parlerà anche Sabato 30 aprile nel corso dell’evento organizzato dai Vignaioli dell’Alto Adige (Freie Weinbauern Sudtirol) al Relais Bellaria Hotel di Bologna. Werner Morandell, pioniere della viticultura biologica in Alto Adige, esperto delle nuove varietà da ibridazione intraspecifica resistenti alle malattie come peronospora e oidio, condurrà il seminario Piwi wines: i vini del futuro?, presentando la sua esperienza di viticoltore e winemaker con una degustazione dei propri vini provenienti da vitigni resistenti.